Borsa I.: il 32% delle quotate sull'Aim stacca il dividendo (MF)
18 Juli 2019 - 8:52AM
MF Dow Jones (Italian)
A dieci anni dalla nascita sono ormai 121 le società quotate su
Aim Italia, il segmento dedicato alle pmi di Piazza Affari, che ha
registrato una crescita nel triennio 2016-2019 del 57% per una
capitalizzazione complessiva di 7,6 miliardi (+161% nel periodo
2016-19) e media per società di 38 milioni.
L'indice Ftse Aim Italia da gennaio intanto è cresciuto dell'8%.
Se ne parlerà questa mattina alle ore 11:00 a Palazzo Mezzanotte
dove Ir Top Consulting presenta la V edizione dell'Osservatorio Aim
Italia. Oggi le pmi quotate hanno cominciato a remunerare gli
azionisti staccando, come su Mta, dividendi. Sono 36 le società che
distribuiscono la cedola ai soci nel 2019 (erano 30 nel 2018), pari
al 32% del mercato Aim, per un totale di 69,6 milioni (60,6 milioni
nel 2018), con una media di 1,9 milioni di euro (2,0 milioni di
euro nel 2018). Il dividendo lordo medio unitario è pari a euro
0,21 per azione (in linea con il 2018), con un payout ratio medio
del 48% (56% nel 2018).
Il dividend yield medio è pari a 2,7% (in linea con il 2018),
non è alto, perché le aziende hanno bisogno di usare la liquidità
per crescere. Il settore industria, con un totale di 27,7 milioni
di euro in termini di remunerazione, è al primo posto per importo
totale distribuito, segue l'alimentare e l'healthcare (entrambi 8,1
milioni di euro). Al primo posto nella classifica per ammontare
totale del dividendo corrisposto, con 12,1 milioni di euro, emerge
Comer Industries (sistemi avanzati di ingegneria e meccatronica).
Prima nella classfica per dividend yield, con un rapporto
dividendo/prezzo pari al 10,6%, è Poligrafici Printing , attiva nel
settore editoriale.
Le ipo su Aim sono avvantaggiate dal decreto Mise-Mef del 23
aprile 2018 con le disposizioni attuative che definiscono lo sconto
fiscale per le pmi che si quotano su segmenti non regolamentati
(l'Aim è uno di questi, il più noto) in aumento di capitale (viene
riconosciuto un credito di imposta del 50% delle spese di
consulenza sostenute fino a massimi 500mila euro). «Il credito
d'imposta è utilizzabile nel limite complessivo di 20 milioni di
euro per l'anno 2019 e 30 milioni di euro per ciascuno degli anni
2020 e 2021, esclusivamente in compensazione», spiega Anna
Lambiase, amministratore delegato di Ir Top Consulting. «Secondo
stime del nostro ufficio studi, per le quotazioni del 2018 sono
stati utilizzati a oggi circa 6,5 milioni di euro, di cui 6 per le
piccole e medie imprese quotate su Aim Italia, quindi il 32% della
misura», Resta quindi un buon margine fiscale per chi vuole
quotarsi nei prossimi due anni.
red/fch
(END) Dow Jones Newswires
July 18, 2019 02:37 ET (06:37 GMT)
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