MILANO (MF-NW)--A pochi mesi dal rinnovo del consiglio previsto in occasione dell'assemblea di bilancio nella primavera del prossimo anno, arrivato alla fine del terzo mandato il presidente esecutivo del gruppo Fnm, Andrea Gibelli, riflette con MF-Milano Finanza sul percorso di crescita che il gruppo lombardo della mobilità sostenibile ha imboccato negli ultimi nove anni.

"Da quando sono arrivato, nel 2015, abbiamo enormemente espanso il perimetro e abbiamo anche scalato le classifiche fino a essere inclusi tra le principali 50 società green del mondo secondo Sustainalytics", spiega. Numeri alla mano, confrontando con le evidenze del conto economico di fine 2022 l'ultima chiusura di bilancio prima del suo arrivo al timone della holding di piazza Cadorna - ossia il 2014 - i ricavi sono più che raddoppiati passando da 301,1 a 677,6 milioni, mentre la redditività lorda è quasi quintuplicata a 187,2 milioni rispetto ai 38,3 iniziali. Il tutto a fronte di un utile netto più che triplicato a 68,5 milioni (21,1) che si è tradotto in un contestuale aumento dei dividendi (da 14 a 23 centesimi d'euro per azione) distribuiti ai soci, primo tra tutti la Regione Lombardia che controlla il gruppo con il 57,6% delle quote seguita dal Mef che attraverso le Fs ne detiene il 14,7%.

Gli sforzi sono oggi concentrati in particolare sul fronte green, dove il gruppo è impegnato principalmente su due progetti. Il primo è quello relativo alla cosiddetta H2iseO Hydrogen Valley, una catena del valore industriale basata sull'idrogeno che culminerà con la realizzazione di un sistema di mobilità sostenibile in Val Camonica, lungo i 103 chilometri della linea ferroviaria non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo. "Il progetto è partito nel 2019, in forma sperimentale, prima ancora che arrivasse il Pnrr che ora ne finanzierà parte dello sviluppo, 97,2 milioni. Come si dice: la fortuna aiuta gli audaci", ammette Gibelli. Altri 80,1 milioni arriveranno da Palazzo Lombardia, sede della Regione, "che come un buon padre di famiglia investe dove intravede il miglior rapporto costi/benefici". Ulteriori 70,8 milioni verranno investiti dalla stessa Fnm, per un totale di 248,1 milioni d'investimento già finanziati sui 392,4 milioni complessivamente previsti.

I fondi fin qui raccolti serviranno per acquistare dalla francese Alstom sei treni, con l'opzione per comprarne altri otto, e realizzare lungo i binari diversi siti di stoccaggio e rifornimento per l'idrogeno che li alimenterà. Il piano è però più ambizioso e punta a realizzare un'eccedenza di produzione che potrà essere venduta -ad esempio- per alimentare l'industria pesante, le centrali o i tir. "Entrare in questo business ha insomma un senso più che altro industriale e lo si vedrà nel tempo", conferma Gibelli.

La creazione della Hydrogen Valley è legata anche al fatto che l'idrogeno "ha la caratteristica di poter essere prodotto in loco da fonti energetiche green, il che potrà affrancarci dalla dipendenza dall'estero. Un fattore che, in chiave geopolitica, è tutt'altro che trascurabile", sottolinea il manager. Inoltre, la progressiva diffusione dell'idrogeno come fonte di alimentazione sta già comprimendo i costi di produzione. "Quando abbiamo avviato la produzione di idrogeno il costo si aggirava attorno a 13 euro al chilo. Oggi è sceso a 10 e pensiamo che entro 5-10 anni possa ulteriormente diminuire". Essere della partita nell'idrogeno, aggiunge Gibelli, estendendo il discorso a livello nazionale, "significherebbe una volta tanto non rimanere alla finestra a vedere cosa fanno gli altri e giocarsi l'innovazione in prima persona".

Il secondo progetto che vede impegnata Fnm si chiama Fili e riguarda la creazione di una super-pista ciclabile tra la stazione di Milano Cadorna (utilizzando la formula del Ppp-Partenariato pubblico privato) e l'aeroporto di Malpensa, oltre alla riqualificazione di altre tre stazioni: Milano Bovisa, Saronno e Busto Arsizio. "Il 50% degli investimenti sarà destinato a interesse pubblico ed è la prima volta in Italia che si utilizza la formula del Ppp per fare rigenerazione urbana", osserva ancora il manager.

Per quanto riguarda l'area alle spalle del building direzionale di piazza Cadorna a Milano, "l'obiettivo è realizzare una copertura da 60mila metri quadrati sopra i binari, senza mai interrompere il traffico ferroviario, nel frattempo, e creare una grande piazza piantumata" che si collegherà idealmente con il limitrofo Parco Sempione, uno dei principali polmoni verdi del capoluogo. La piazza "si chiamerà Fabbrica dell'ossigeno e auspicabilmente il procedimento per bandire la gara potrebbe essere avviato tra un anno", ipotizza Gibelli.

L'attenzione per il green è solo l'ultimo segnale di un gruppo che evolve di continuo e si rimette in discussione, come dimostrano le riflessioni in corso sul trasporto pubblico locale (tpl). Il post-Covid ha portato una sostanziale riluttanza dei colletti bianchi a rientrare in ufficio, tendenza che "fa sì che il tpl non sarà più prevalentemente un servizio per i pendolari, quanto piuttosto dedicato al tempo libero", osserva Gibelli, che sottolinea un ulteriore trend destinato a incidere sul settore. "Il 21% della popolazione lombarda che oggi si muove ha più di 65 anni: ne consegue che il problema dell'accessibilità ai mezzi è un tema abilitante di mercato. Se faccio fatica a salire su un bus a gradini, non lo prendo e mi oriento verso qualche altra soluzione". Di qui i cospicui investimenti sostenuti da Regione Lombardia tramite Ferrovienord per alzare le banchine ferroviarie nelle stazioni ad altezza dei treni, eliminando le barriere che limitano l'accessibilità.

Sul fronte dei pagamenti digitali, infine, pochi mesi fa il gruppo ha ottenuto da Bankitalia l'autorizzazione all'operatività bancaria, lasciapassare che servirà "per sviluppare la piattaforma che andrà a integrare i sistemi di pagamento per il cosiddetto friendly travel", spiega ancora il presidente di Fnm. Servizi che verranno gestiti attraverso una newco digitale, Fnm Pay, che il gruppo ha creato in casa. "Il futuro è di chi detiene i dati, come dimostra un tentativo di accordo strategico che provammo a stringere con Google qualche anno fa: il nostro intento era mettere assieme la loro geolocalizzazione con la nostra infrastruttura e per farlo ci servivano alcuni loro dati per costruire il modello di servizio. Non riuscimmo a trovare un accordo, di conseguenza ci siamo mossi da soli con un progetto all'avanguardia".

red

 

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November 06, 2023 03:01 ET (08:01 GMT)

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