ROMA (MF-NW)--Domani riparte la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro dei bancari con l'incontro tra il Comitato dell'Abi preposto, in particolare, alle relazioni sindacali, presieduto da Ilaria Maria Dalla Riva, e con il dg della stessa Assobancaria, Giovanni Sabatini, da un lato, e le organizzazioni sindacali Fabi, Cgil, Cisl, Uil e Unisin, dall'altro.

Il comitato di presidenza dell'Abi, riunitosi lunedì, scrive MF-Milano Finanza, ha dato via libera all'unanimità alla ripresa del confronto che, con la presenza del direttore dell'associazione, copre di fatto anche Intesa Sanpaolo che nei mesi scorsi, per contrasti, era uscita dal comitato. È un contratto, quello che potrà essere definito, ovviamente molto importante per i circa 270 mila bancari e per le stesse banche, ma che, pur tenendo conto delle differenze, in alcuni casi molto rilevanti tra settori e categorie, potrebbe presentare elementi che assumano una funzione pilota per altri rinnovi contrattuali. Ciò è ben presente, in particolare, al presidente dell'Assobancaria, Antonio Patuelli, che in passato ha dato prova di particolare sensibilità nella materia agevolando la chiusura di difficili negoziati.

Ora, come accennato, le parti ritornano al tavolo della trattativa con lo scopo di arrivare alla stipula di una intesa tra la fine di questo mese e i primi di dicembre. Il punto di partenza, che sembra sbloccato dopo i contrasti degli ultimi mesi, è la previsione, secondo la piattaforma rivendicativa dei suddetti sindacati, di un aumento stipendiale medio mensile di 435 euro definibili negli anni di valenza contrattuale. Si tratta, a questo punto, di verificare allora quali siano le contropartite richieste dalla parte datoriale e quale convergenza su di esse può realizzarsi, anche in relazione alle rivendicazioni della parte sindacale. Sarebbero in discussione, in materia normativa, i temi degli inquadramenti del personale, della flessibilità nonché della fungibilità e della mobilità in relazione alle innovazioni introdotte e da introdurre nel settore. Il punto centrale è proprio quest'ultimo.

L'impatto e l'utilizzo delle trasformazioni in campo organizzativo, tecnologico, funzionale e normativo - basti pensare alla digitalizzazione e agli stessi riflessi dei problemi ecologici - per non parlare della concorrenza, delle innovazioni nei prodotti e nelle tecnicalità finanziarie, possono richiedere modifiche nelle professionalità, nelle specializzazioni, nelle modalità di impiego delle risorse umane, nelle forme di partecipazione ai processi decisionali. Aumenta l'operatività a distanza, si contrae quella agli sportelli che vengono progressivamente chiusi ponendo altri problemi nei rapporti in specie con i piccoli centri; si modifica così la struttura della rete, si estende l'area della normativa regolatrice; diventano più stringenti i criteri e le regole della governance. In questo quadro, si accentua il bisogno di un continuo addestramento e dello scambio di conoscenze ed esperienze, nonché di analisi e valutazioni a livello comparato europeo e internazionale.

Allora, i temi sopra richiamati della flessibilità e fungibilità in particolare e, prima ancora, degli inquadramenti, non possono prescindere da previi e istituzionalizzati confronti periodici, a livello di settore e poi aziendale, tra le parti sul primum movens che sono le trasformazioni e le innovazioni di cui si è detto.

Non si tratta di cogestire, anche se non manca chi addita pure l'ipotesi della presenza di rappresentanti sindacali in organismi bancari decisionali, in specie di sorveglianza, secondo il modello della cogestione tedesca. Si tratta, però, dell'importanza di un confronto periodico che abbia come pilastri gli interessi del sistema e quelli della clientela nel nome della tutela del risparmio. In tal senso occorrerà rafforzare le misure che possono sviluppare, anche a livello aziendale, l'educazione finanziaria che nel rapporto con il cliente trova un'occasione pratica di essere esercitata ( partendo dal micro, come insegna quello che ormai è riconosciuto da tutti come il pioniere dell'educazione finanziaria, Beppe Ghisolfi). Insomma, la trattativa che riprende domani non può non suscitare un interesse generale, non limitato al pur importante sistema bancario.

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