MILANO (MF-NW)--L'ampio calo previsto per l'inflazione italiana a ottobre è legato principalmente a effetti base favorevoli sull'energia, i quali però invertiranno di segno successivamente (nella prima parte del 2024). In media annua l'inflazione energetica dovrebbe gradualmente rallentare dal 3,4% del 2023 all'1,7% del 2024, sino a dare un contributo nullo all'inflazione generale nel 2025.

Lo affermano gli economisti della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, puntualizzando che gli alimentari dovrebbero continuare a rallentare nei prossimi mesi, spinti al ribasso dalle quotazioni internazionali delle materie prime agricole e dai minori costi energetici, nonchè da effetti base favorevoli destinati a cambiare direzione solo nella parte finale del 2024. La media annua dei listini nel settore è attesa passare dal 9,7% di quest'anno al 3,1% del 2024 e al 2,3% nel 2025.

Il rallentamento delle pressioni a monte della catena produttiva continuerá a contribuire al calo dei prezzi dei beni industriali non energetici, visti al 2,6% a fine 2023 e sotto il 2% giá a partire dai primi mesi del 2024 (1,5% a fine 2024, 1% a fine 2025). La discesa dovrebbe essere piú lenta e irregolare, invece, nei servizi, per i quali la decelerazione sará significativa solo nella prima parte del 2024, sulla scia del minor vigore della domanda: l'inflazione media annua nei servizi è attesa passare dal 4,2% del 2023 al 2,8% del 2024 ed al 2,3% nel 2025.

LE STIME DI INTESA SANPAOLO

"Secondo le nostre previsioni, l'inflazione generale potrebbe calare bruscamente in ottobre, al 2,4% da 5,3% precedente sul Nic, e risultare poco variata negli ultimi due mesi dell'anno. L'indice dovrebbe tornare a salire all'inizio del prossimo anno, per poi scendere nuovamente nel secondo semestre, sino a raggiungere il 2,2% a dicembre 2024. L'inflazione calerebbe sotto la soglia del 2% solo nei mesi primaverili del 2025, prima di risalire lievemente nei mesi successivi. La discesa sará piú regolare per l'indice core Bce (al netto di alimentari freschi ed energia), atteso al 2,3% a fine 2024 e sotto il 2% solo dal secondo trimestre 2025", puntualizzano gli esperti.

GUERRA AGGIUNGE INCERTEZZE SU PROSPETTIVE INFLAZIONE

La guerra in corso in Israele aggiunge incertezza alle prospettive dell'inflazione. Gli effetti sono poco rilevanti nello scenario piú probabile (che vede un conflitto ad alta intensitá di breve durata).

Viceversa, l'impatto sul costo dell'energia e quindi sui prezzi al consumo è rilevante negli scenari di rischio (conflitto locale ad alta intensitá di maggiore durata o guerra su scala regionale). I rischi sullo scenario di inflazione restano dunque verso l'alto, dato che un eventuale rallentamento piú accentuato del previsto dell'indice core, per via di un impatto piú intenso della politica monetaria sulla domanda, potrebbe essere piú che compensato da possibili nuovi shock sulla componente energia, concludono gli economisti.

alb

alberto.chimenti@mfnewswires.it

 

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October 30, 2023 13:00 ET (17:00 GMT)

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