MILANO (MF-NW)--Il sentiment sui mercati obbligazionari dipenderá principalmente da come gli operatori giudicheranno quanto emergerá dalla riunione odierna della Bce, con il faro sull'orientamento falco o colomba, dato che i tassi rimarranno probabilmente invariati, affermano gli strategist di Unicredit Research.

Tuttavia, puntualizzano gli esperti, anche con i tassi fermi ci sono molti argomenti delicati che sicuramente emergeranno nella sessione di domande e risposte durante la conferenza stampa, che vanno dal reinvestimento del Pepp ai requisiti di riserva minima. Come se non bastasse, la risposta della Bce all'aumento del prezzo del petrolio in caso di ulteriore escalation delle tensioni in Medio Oriente potrebbe essere un altro tema.

Dopo dieci rialzi consecutivi dei tassi, è molto probabile che oggi la Bce li lasci invariati, "in linea con la nostra opinione che i tassi d'interesse abbiano raggiunto il massimo", affermano poi gli strategist di Unicredit Research. I dati pubblicati dopo la riunione di settembre confermano i rischi al ribasso sulle previsioni di crescita della Bce e mostrano che la deflazione è ben avviata.

Due fattori importanti saranno probabilmente al centro delle discussioni del Consiglio direttivo, aggiungono gli esperti: le tensioni geopolitiche in Medio Oriente e un significativo aumento dei rendimenti a lungo termine. Per quanto riguarda il primo, in questa fase il Consiglio direttivo può solo aspettare e vedere l'evolversi degli eventi. Attualmente i prezzi del petrolio sono leggermente inferiori a quelli della riunione di settembre e i prezzi del gas naturale sono aumentati di circa il 35%, ma l'aumento è dovuto a fattori temporanei diversi dallo shock geopolitico. Le aspettative di inflazione a lungo termine rimangono leggermente al di sotto dei livelli affrontati dal Consiglio nell'ultima riunione. L'aumento dei rendimenti pone alcuni problemi alla Bce, poichè le condizioni di finanziamento piú rigide riflettono gli effetti di spillover della pressione sulla curva dei Treasury piuttosto che i fattori fondamentali interni.

"Vediamo due implicazioni principali. In primo luogo, l'aumento dei rendimenti e l'ampliamento degli spread creditizi hanno ridotto la probabilitá di ulteriori rialzi dei tassi. In secondo luogo, hanno alzato il livello di guardia per un cambiamento delle linee guida del Pepp e, probabilmente, hanno ritardato qualsiasi seria discussione su una riduzione anticipata dei reinvestimenti", concludono da Unicredit Research.

Anche gli economisti della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo si aspettano che la Bce lasci i tassi ufficiali invariati, confermando l'indirizzo comunicato a settembre riguardo all'andamento futuro dei tassi: in pratica, pur senza assumere alcun impegno a non alzare i tassi ufficiali, il Consiglio direttivo ribadirá che il livello attuale dará un contributo sostanziale al conseguimento dell'obiettivo.

Gli esperti non si aspettano annunci sui reinvestimenti Pepp, la cui prosecuzione sará per ora confermata sino a dicembre 2024.

alb

alberto.chimenti@mfnewswires.it

 

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October 26, 2023 03:13 ET (07:13 GMT)

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