Lo scorso 31 marzo l'assemblea di Unicredit ha dato luce verde al nuovo stipendio del ceo Andrea Orcel, che quest'anno potrà arrivare fino a 9,75 milioni. Una nutrita compagine di investitori ha però bocciato la politica di remunerazione del gruppo, come attesta il verbale dell'assise depositato ieri.

L'elenco di contrari e astenuti, scrive MF-Milano Finanza, riempie una quarantina di pagine, a dimostrazione dell'elevato livello di partecipazione all'assemblea e della diffusione del titolo Unicredit in pressoché tutte le piazze finanziarie del mondo. Pochi i nomi italiani. Tra questi spicca Fideuram, la divisione di private banking di Intesa Sanpaolo, che ha bocciato la relazione di remunerazione di gruppo con un pacchetto di circa 2,5 milioni di azioni attraverso i veicoli Comparto piano azioni Italia, Comparto piano bilanciato Italia 50 e Comparto piano bilanciato Italia 30.

Tra i contrari spiccano anche Lazard (2,34 milioni di azioni), i fondi di Goldman Sachs (2 milioni di azioni), Invesco (5 milioni), Bbva (2,8 milioni), Santander (circa 202 mila azioni), Nordea (1,5 milioni), Ubs Lux Fund (1,9 milioni) e Zurich Life Assurance (1,7 milioni). La bocciatura è arrivata anche dai fondi pensione dei dipendenti pubblici e degli insegnanti della California, dal Washington State Investment Board, dal City of New York Group Trust e dalla Caisse de dépôt et placement du Québec. Sulla politica di remunerazione si sono invece astenuti tra gli altri la Fondazione Cassamarca (2 milioni di azioni), Generali Italia (1,3 milioni) e diversi fondi di Allianz, storico socio e alleato industriale di Unicredit sul fronte della bancassurance.

Dopo il blitz di ottobre nell'assemblea di Mediobanca, Luca Del Vecchio, il quintogenito del patron di Essilux, ha fatto capolino anche in Unicredit, di cui Delfin è azionista storico all'1,9%. Il giovane si è presentato infatti all'assise depositando il pacchetto di titoli di sua proprietà, 5.300 azioni che ai corsi di ieri vale quasi 100mila euro. Ma a differenza di quanto accaduto in Piazzetta Cuccia, dove aveva votato in maniera dissonante rispetto alla holding lussemburghese di famiglia presieduta da Francesco Milleri, Del Vecchio jr ha votato a favore a tutti i punti all'ordine del giorno, come Delfin dov'è in corso un confronto non privo di tensioni sull'eredità di Leonardo Del Vecchio. Ancora una volta la scelta del giovane erede è stato interpretato come un segnale della volontà di avere un ruolo non marginale nelle scelte della galassia Delfin.

Nonostante l'indicazione contraria dei proxy advisor, in assemblea il 69% del capitale ha appoggiato la nuova politica di remunerazione del gruppo Unicredit. Maggioranza bulgara invece per i conti 2022 che l'assise ha approvato con il 98,7% delle preferenze.

red

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MF-DJ NEWS

2508:54 apr 2023

 

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