Unicredit: Intesa e fondi contro Orcel (MF)
25 April 2023 - 9:10AM
MF Dow Jones (Italian)
Lo scorso 31 marzo l'assemblea di Unicredit ha dato luce verde
al nuovo stipendio del ceo Andrea Orcel, che quest'anno potrà
arrivare fino a 9,75 milioni. Una nutrita compagine di investitori
ha però bocciato la politica di remunerazione del gruppo, come
attesta il verbale dell'assise depositato ieri.
L'elenco di contrari e astenuti, scrive MF-Milano Finanza,
riempie una quarantina di pagine, a dimostrazione dell'elevato
livello di partecipazione all'assemblea e della diffusione del
titolo Unicredit in pressoché tutte le piazze finanziarie del
mondo. Pochi i nomi italiani. Tra questi spicca Fideuram, la
divisione di private banking di Intesa Sanpaolo, che ha bocciato la
relazione di remunerazione di gruppo con un pacchetto di circa 2,5
milioni di azioni attraverso i veicoli Comparto piano azioni
Italia, Comparto piano bilanciato Italia 50 e Comparto piano
bilanciato Italia 30.
Tra i contrari spiccano anche Lazard (2,34 milioni di azioni), i
fondi di Goldman Sachs (2 milioni di azioni), Invesco (5 milioni),
Bbva (2,8 milioni), Santander (circa 202 mila azioni), Nordea (1,5
milioni), Ubs Lux Fund (1,9 milioni) e Zurich Life Assurance (1,7
milioni). La bocciatura è arrivata anche dai fondi pensione dei
dipendenti pubblici e degli insegnanti della California, dal
Washington State Investment Board, dal City of New York Group Trust
e dalla Caisse de dépôt et placement du Québec. Sulla politica di
remunerazione si sono invece astenuti tra gli altri la Fondazione
Cassamarca (2 milioni di azioni), Generali Italia (1,3 milioni) e
diversi fondi di Allianz, storico socio e alleato industriale di
Unicredit sul fronte della bancassurance.
Dopo il blitz di ottobre nell'assemblea di Mediobanca, Luca Del
Vecchio, il quintogenito del patron di Essilux, ha fatto capolino
anche in Unicredit, di cui Delfin è azionista storico all'1,9%. Il
giovane si è presentato infatti all'assise depositando il pacchetto
di titoli di sua proprietà, 5.300 azioni che ai corsi di ieri vale
quasi 100mila euro. Ma a differenza di quanto accaduto in Piazzetta
Cuccia, dove aveva votato in maniera dissonante rispetto alla
holding lussemburghese di famiglia presieduta da Francesco Milleri,
Del Vecchio jr ha votato a favore a tutti i punti all'ordine del
giorno, come Delfin dov'è in corso un confronto non privo di
tensioni sull'eredità di Leonardo Del Vecchio. Ancora una volta la
scelta del giovane erede è stato interpretato come un segnale della
volontà di avere un ruolo non marginale nelle scelte della galassia
Delfin.
Nonostante l'indicazione contraria dei proxy advisor, in
assemblea il 69% del capitale ha appoggiato la nuova politica di
remunerazione del gruppo Unicredit. Maggioranza bulgara invece per
i conti 2022 che l'assise ha approvato con il 98,7% delle
preferenze.
red
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