"Il ruolo delle banche italiane per il pieno utilizzo dei fondi europei del Piano nazionale di ripresa e resilienza può essere decisivo".

Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Mattino Cinque in onda su Canale 5, aggiungendo che "tutti i grandi gruppi bancari si stanno muovendo in due modi: da un lato attraverso l'informazione alle imprese sulle possibilità offerte dal Pnrr, dall'altro mettono a disposizione linee di credito, prestiti appositamente creati per affiancare i fondi europei. L'obiettivo è consentire alle imprese di partecipare a tutti i bandi pubblici e quindi di sfruttare a pieno i 191 miliardi di euro. Le banche, inoltre, hanno figure professionali specifiche e gruppi di lavoro dedicati. Il settore è in grado di affiancare i fondi europei con importanti dotazioni finanziarie e lo sforzo, rilevante, va anche oltre il Pnrr, per esempio investendo su infrastrutture e ambiente. Proprio ieri, per esempio, Intesa Sanpaolo ha annunciato, con il responsabile della banca dei Territori Stefano Barrese, un piano da 76 miliardi per la transizione energetica e altre importanti iniziative sono state già annunciate da tutti gli istituti di credito".

"I banchieri più importanti definiscono il Pnrr come lo strumento per ridurre le disuguaglianze tra le persone e per realizzare una fondamentale lotta alla povertà e, inoltre, puntano l'attenzione sull'importanza di un concreto snellimento normativo per arrivare in tempi brevi all'utilizzo di risorse sia pubbliche sia private. Altri ancora definiscono il Pnrr l'occasione per trasformare l'Italia con riforme, riducendo le differenze tra Nord e Sud, favorendo il lavoro femminile e giovanile. Chiaramente, si sta lavorando all'interno delle banche anche su piattaforme digitali, accessibili a tutte le imprese clienti, per metterle in condizione di accedere ai finanziamenti", ha aggiunto Sileoni.

Secondo il segretario generale della Fabi "l'Italia ha sempre avuto problemi e ritardi con la gestione dei fondi europei: non è una novità di oggi, insomma. I ritardi si spiegano con una ragione politica: il controverso rapporto tra governo centrale ed enti locali, cioè regioni e comuni. Il governo sta prendendo scelte importanti: lo snellimento delle procedure inserito col decreto legge che oggi dovrebbe essere definitivamente approvato dal Parlamento è secondo me in grado di superare le attuali lentezze", ha concluso.

pev

 

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April 20, 2023 08:16 ET (12:16 GMT)

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