RISULTATI 2021 – Si chiude in rosso a partire dall’ebit l’esercizio 2021 di Webuild che, peraltro, nel 2020 aveva beneficiato di un “bargain” di 539,3 milioni relativo alla Purchase Price Allocation di Astaldi. Va anche ricordato che, per quanto riguarda il confronto con il 2020, Astaldi era inclusa nel perimetro di consolidamento solo a partire dal 2020. Nel complesso i ricavi caratteristici sono balzati del 40,8% a 5.977,8 milioni, ed in particolare quelli in Italia sono saliti del 31,9% a 2.004,6 milioni e quelli all’estero del 38,3% a 3.467,3 milioni, mentre i ricavi di Lane sono diminuiti del 3,9% a 948,4 milioni. In Italia il gruppo ha beneficiato dei contratti relativi all’Alta Velocità/Alta Capacità Ferroviaria nelle tratte Milano – Genova e Verona – Padova, oltre ai lavori per la Strada Statale Jonica 106 Mega-Lotto 3 (però vi è stato un effetto negativo per 131,9 milioni a seguito della revisione della stima dei corrispettivi variabili sulla commessa Alta Velocità/Alta Capacità Ferroviaria Torino – Milano nella sub-tratta Milano - Novara per effetto del contenzioso tra il subcontraente generale Consorzio C.A.V.TO.MI. e l’ente contraente); all’estero le principali commesse sono in corso negli USA, Canada, Australia, Etiopia, Arabia Saudita, Francia, Norvegia, Svezia, Romania, Turchia e Tagikistan. Gli altri proventi sono quasi raddoppiati (+95,4% a 442,5 milioni), per lo più per maggiori proventi da joint-venture e consorzi (balzati da 33,7 a 112,8 milioni), riferiti fra l’altro allo sviluppo delle attività in corso in Australia e al ribalto costi di pertinenza dei soci consorziati con riferimento ai lavori della commessa Alta Velocità/Alta Capacità Ferroviaria Verona – Padova, al nuovo Centro Direzionale ENI e alle attività di Operation and Maintenance di quattro Ospedali Toscani. I costi per consumi di materie prime sono aumentati in misura superiore al giro d’affari (+68,2% a 967,5 milioni, soprattutto in riferimento alle commesse in corso negli USA, in Australia, Turchia e Italia), mentre meno accentuata è stata la crescita degli altri costi: quello del personale è salito del 30,4% a 1.101,9 milioni, in presenza del resto di un numero di dipendenti passato da 29.162 a 30.798 unità. I costi per servizi sono aumentati del 34,6% a 1.590,6 milioni (soprattutto per maggiori consulenze e prestazioni tecniche, balzate del 47,1% a 810,2 milioni) e gli altri costi operativi del 34,3% a 2.493,7 milioni (i costi per subappalti sono balzati del 40,1% a 2.098,7 milioni). Ne è complessivamente derivato un ebitda in forte aumento (da 14,2 a 266,5 milioni); su base rettificata sarebbe passato da 230,9 a 451,3 milioni (+95%). Dopo ammortamenti in aumento da 160,6 a 300,3 milioni (ma il 2020 beneficiava del citato “bargain” di 539,3 milioni), si è passati da un utile operativo di 392,9 a una perdita operativa di 33,7 milioni (mentre su base rettificata l’ebit sarebbe balzato da 29,5 a 197,6 milioni). Il saldo negativo della gestione finanziaria è migliorato, scendendo da 234 a 111,6 milioni, in presenza al 31/12/2021 di una liquidità netta di 32,4 milioni, a fronte di un indebitamento finanziario netto pari a 763,1 milioni a fine 2020 grazie alla riduzione del capitale circolante netto per effetto sia de buoni risultati a livello commerciale sia dello smobilizzo di alcune partite slow-moving. Il 2021 ha inoltre beneficiato di proventi su cambi per 10,3 milioni contro oneri su cambi per 43,9 milioni nel 2020, anno che includeva anche un risultato negativo pari a 112,9 milioni delle partecipazioni valutate a patrimonio netto, in particolare per l’impairment test sulla partecipazione in Grupo Unidos por el Canal di Panama). In ogni caso si è passati da un utile ante imposte di 165,6 milioni a una perdita ante imposte di 145,4 milioni (su base rettificata da una perdita ante imposte di 104 milioni a un utile ante imposte di 80,3 milioni). Dopo imposte passate da 27,2 a 133,6 milioni (tax rate 2020 pari al 16,4%), utile da attività in cessione per 232.000 euro (perdita da attività in cessione per 5,1 milioni nel 2020) e lo scomputo di una quota di utile di competenza di terzi pari a 26,2 milioni (perdita di competenza di terzi per 5,1 milioni nel 2020), si è giunti a una perdita netta di 304,9 milioni, a fronte di un utile netto di 138,4 milioni al 31/12/2020. Su base rettificata la perdita netta sarebbe scesa da circa 164 a 56,4 milioni. Il dividendo ammonta a 0,055 euro per azione sia ordinaria che di risparmio, in pagamento dal 25 maggio 2022. |