(at previous day's close) |
Yesterday's Close | 2,59 | € |
Market Cap. | 79.938.270 | € |
Shares In Issue | 30.864.197 | |
Preferred Shares in issue | - | |
Nonvoting Shares in issue | - | |
Convertible Shares in issue | - | |
|
|
|
Sample Period | Hoch | Low | 1 Woche | 2,60 | 2,50 |
4 Wochen | 2,65 | 2,32 |
12 Wochen | 2,65 | 1,95 |
1 Jahr | 2,94 | 1,80 |
3 Jahre | 4,91 | 1,54 |
5 Jahre | 5,00 | 1,54 |
|
Risultati 2021 - Il settore fieristico è stato fra i più colpiti dalla pandemia, ma nel 2021 Italian Exhibition Group ha decisamente migliorato i risultati. Il giro d’affari caratteristico si è però attestato a 71,2 milioni (-4,4%), ed in tale ambito i ricavi degli eventi organizzati (che sono stati 31) sono scesi ben del 37,4% a 38,5 milioni in quanto la crescita organica e l’effetto della ripartenza non sono riusciti a compensare le perdite degli eventi cancellati nella prima parte dell’anno. I ricavi dagli 8 eventi ospitati, sostanzialmente assenti nel 2020, sono ammontati a 2,1 milioni, e quelli da eventi congressuali sono balzati da 2,5 a 6,9 milioni grazie al fatto che la maggior parte dei congressi si tiene nella seconda metà dell’anno. In aumento del 10,2% a 23 milioni i ricavi da servizi correlati (allestimenti, ristorazione e pulizie), mentre quelli per editoria, eventi sportivi e altre attività sono balzati del 45,5% a 2,5 milioni soprattutto a seguito dello svolgimento nel periodo estivo dell’evento “Rimini Sport Dance”. Gli altri proventi sono balzati da 5,4 a 31 milioni, nei quali però sono compresi 9,8 milioni di contributi per emergenza Covid-19 e 17,9 milioni percepiti dalla capogruppo e da Prostand in relazione all’assegnazione di specifiche risorse destinate a fiere e congressi sempre a ristoro dell’emergenza Covid. I costi per consumi di materie prime sono aumentati dell’11% a 7,6 milioni, e il costo del personale ben del 21,8% a circa 26 milioni (in presenza del resto di un numero medio di dipendenti passato da 491 a 513 unità, oltre al minor ricorso agli ammortizzatori sociali). Invece i costi per servizi si sono attestati a 43,6 milioni (-3,2%) e gli altri costi operativi, poco rilevanti, si sono ridotti ben del 21,9% a 3,7 milioni. Ne è complessivamente derivato un ebitda in forte aumento (da 1,8 a 21,6 milioni); e dopo ammortamenti in discesa da 17 a 15,2 milioni (anche gli accantonamenti e svalutazioni sono passati da 6,3 a 1,9 milioni, ma il dato 2020 includeva svalutazioni di immobilizzazioni per 4,7 milioni mentre nel 2021 sono ammontate a 1,4 milioni), si è passati da una perdita operativa di 21,6 milioni a un utile operativo di 2,9 milioni. Il saldo della gestione finanziaria è invece passato da un valore positivo per 4 milioni a uno negativo per 3,9 milioni (per la presenza di oneri su Put Options e Earn Out per 1,5 milioni relativi all’Earn Out da corrispondere agli ex soci di HBG e alla rideterminazione dei debiti per put options concessi alle minorities di alcune società controllate, oltre a 1 milione di differenze passive di swap). Al 31/12/2021 l’indebitamento finanziario del gruppo ammontava a 106,3 milioni, in diminuzione rispetto ai 130,4 milioni di fine 2020. Comunque la perdita ante imposte si è ridotta del 94,1% a poco più di 1 milione; dopo un effetto fiscale positivo passato da 5,1 milioni a 368.000 euro e al netto di una quota di perdita di competenza di terzi passata da 1,2 a 2,3 milioni, si è giunti a un utile netto di 1,6 milioni, a fronte di una perdita netta di 11,3 milioni al 31/12/2020. |