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MILANO (MF-NW)--Il fatturato deflazionato dell'industria manifatturiera italiana ha mostrato un ripiegamento tendenziale di poco inferiore al 2% nei primi sette mesi del 2023. La spinta inflativa continua a sostenere il fatturato manifatturiero, che nel complesso del 2023 si stabilizzerà sui livelli di massimo storico raggiunti lo scorso anno a 1.169 miliardi di euro (+0,7% a/a). Dopo la battuta d'arresto del 2023 Intesa Sanpaolo e Prometeia, nel Rapporto Analisi dei Settori Industriali Ottobre 2023, stimano che il fatturato registrerà un moderato rimbalzo nel corso del 2024 (+0,5%), per poi accelerare al +1,3% l'anno successivo.

DE FELICE: PNRR E' INCOGNITA PER ITALIA

"La grande incognita per l'Italia è la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Lo stesso governo ha dichiarato che tre/quarti della crescita italiana relativa al 2024-2025 sono legati alla realizzazione del Pnrr", ha spiegato Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, durante la presentazione del Rapporto. In generale, "per il 2024 lo scenario è particolarmente incerto. Molte di queste incertezze però non riguardano tanto l'andamento stesso dell'economia, ma piuttosto pesano incertezze esterne alle variabili economiche, come quelle di natura geopolitica". In aggiunta a questo, "altre incertezze sono di natura istituzionale, penso all'Europa e alle elezioni che avremo a giugno del prossimo anno, che comporteranno un nuovo parlamento".

PESA INFLAZIONE MA L'EXPORT RESTA STABILE

Tornando al report, dagli indicatori che monitorano il sentiment delle imprese emerge un quadro di peggioramento delle attese sulla produzione e sugli ordini interni ed esteri. Sul rallentamento del ciclo manifatturiero pesano soprattutto le difficoltà legate ai consumi interni: il deterioramento del potere d'acquisto delle famiglie e l'aumento dei tassi d'interesse stanno penalizzando i beni durevoli per la casa e gli alimentari. Tuttavia, nonostante l'affievolirsi del commercio internazionale, nei primi sette mesi dell'anno l'export italiano di beni manufatti è rimasto stabile sui livelli del 2022 a prezzi costanti, ed è cresciuto del 3,6% a valori correnti.

INDUSTRIA ITALIANA NON HA PERSO COMPETITIVITA'

Il biennio 2024-2025, secondo l'Analisi di Intesa Sanpaolo e Prometeia, dovrebbe restituire i primi segnali di ripresa, con il fatturato deflazionato dell'industria manifatturiera italiana atteso a +0,5% nel 2024 e a +1,3% nel 2025. "Si tratta comunque di una crescita inferiore a quella del biennio 2021-22", ma come evidenzia De Felice "è importante sottolineare che il rallentamento del manifatturiero non è stato determinato da una perdita di competitivitá. La capacitá di esportazione rimane elevata e la redditivitá nel 2022 si è confermata buona. Abbiamo una proiezione al 2025 che indica che oltre il 50% di quanto produciamo in Italia verrá esportato, arrivando così a un attivo commerciale di oltre 106 miliardi di euro".

INVESTIMENTI? STRADA OBBLIGATA

Volano di crescita per il Paese saranno gli investimenti. "Alla luce delle prospettive sempre più sfidanti che le imprese dovranno affrontare, gli investimenti volti a rafforzare il posizionamento competitivo rappresentano una strada obbligata", spiega De Felice. Il report rivela che una correlazione positiva tra l'essere top performer per margini e l'aver puntato su leve strategiche chiave: dai brevetti ai marchi, dagli investimenti diretti esteri all'autoproduzione di energia. "Al di là delle incertezze, da un punto di vista economico ci sono anche elementi positivi: gli Stati Uniti non sono andati in recessione e il raffreddamento della dinamica inflattiva si sta verificando", ha concluso il capo economista, il quale evidenzia che "il ciclo dei rialzi dei tassi sia praticamente terminato, sia per la Fed sia per la Bce".

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anna.dirocco@mfnewswires.it

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November 07, 2023 08:49 ET (13:49 GMT)

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