Vedere la sua Elettronica quotata non è mai stato nei piani del presidente e ceo, cavaliere del lavoro Enzo Benigni. «Non ne abbiamo bisogno», risponde a chi, davanti ai numeri e alla presenza sempre più internazionale della società, inevitabilmente glielo chiede. «E poi lo sono già i nostri azionisti, Leonardo (31,3%) e Thales (33,33%)», competitor in serena convivenza in questa multinazionale familiare, eccellenza dell'elettronica per la Difesa, che vede il 35,34% del capitale ancora in mano agli eredi del fondatore. Ma con l' ipo di Cy4Gate, + 27,6% al debutto e capitalizzazione di oltre 65 milioni di euro, il mercato azionario ha finalmente fatto breccia anche in casa Benigni.

D. Com'è nata l'idea di quotare Cy4Gate?

Risposta. Cy4Gate nasce in continuità con la cultura di mercato di Elettronica. Negli anni il know how interno è cresciuto con investimenti sempre più importanti in R&S e nuovi prodotti per il mercato corporate. Per trasformare questo valore potenziale in successo era necessario un salto di qualità, basato su un importante supporto finanziario. Si poteva farlo in tanti modi, attraverso partner industriali, scegliendo un singolo fondo o con un finanziamento da parte di Elettronica.

D. Tutte opzioni escluse.

R. Erano opzioni protette, che non avrebbero valorizzato la natura di impresa di Cy4Gate. Così abbiamo scelto la strada più sfidante: la Borsa, seguiti da Equita, Kpmg, Studio Chiomenti e come Elettronica dallo Studio Bdl, e dal nostro ufficio legale interno. È stato un grande successo. Con una domanda quattro volte superiore all'offerta, si è configurata come l' Ipo più importante degli ultimi 3 anni nel mercato Aim. Un risultato tanto più significativo in un momento complicato come quello post Covid. La raccolta ha permesso un aumento di capitale che finanzierà ulteriori investimenti in prodotti e nel miglioramento di quelli esistenti, e un allargamento della forza commerciale. Vari fattori hanno contribuito al risultato, sicuramente l'importante e innovativa offerta di prodotti, non solo di servizi come per le altre società in questo mercato. Un team ben selezionato. Ma ritengo che in questo momento critico sia stata decisiva anche la fiducia verso un partner industriale stabile come Elettronica e la sinergia di business che si può generare.

D. Manterrete la quota di maggioranza?

R. Sì, siamo un azionista strategico col 54%. Elettronica ha indicato anche il presidente, Domitilla Benigni, attuale coo di Elettronica.

D. È un modello che può essere replicato?

R. Elettronica ha nella propria cultura la creazione di valore, e lo abbiamo sempre fatto nei modi opportuni laddove si creassero le condizioni. Non possiamo escludere accada di nuovo sulla spinta di nuovi prodotti. Abbiamo ogni anno competizioni interne per identificare nuove tecnologie e soluzioni innovative.

D. Il 2019 ha visto una crescita record. Che impatto stimate dal Covid sul 2020?

R. Il segno più evidente del lockdown è stato, come per tutte le società della Difesa, e non solo, un rallentamento della maturazione dei ricavi e fatturati, e quindi dei flussi finanziari anche in conseguenza della ridotta operatività della supply chain nazionale e internazionale. Valutiamo un 20% di impatto su alcuni parametri importanti dei risultati 2020. Riteniamo che il 2021 e gli esercizi successivi recupereranno in pieno quanto perduto quest'anno, che consideriamo congiunturale e legato alle note situazioni di emergenza, basandoci sulla natura pluriennale del nostro settore. Tornando al lockdown, mi fa piacere ricordare che la nostra azienda non ha fatto ricorso ad ammortizzatori sociali, garantendo sicurezza ai propri lavoratori sia nella salute che dal punto di vista economico, pienamente ricambiata nella fiducia e nel senso di responsabilità dai propri lavoratori. Siamo la prima società della difesa tra i best workplaces in Italia. Come tutte le aziende del settore, Elettronica è rimasta operativa anche durate il lockdown, ricorrendo allo smart working per più del 60% della popolazione aziendale non coinvolta nella manifattura dei sistemi, e adottando ovviamente strette regole di sicurezza.

D. Quali sono le prospettive nel mercato della Difesa? Il vostro anti-drone Adrian ha avuto successo.

R. Adrian è stata una felice intuizione nata nel 2014 dall'intensa attività di Ricerca e Sviluppo dell'azienda. Lavoriamo per immaginare con molto anticipo le minacce del futuro, e i droni malevoli sono diventati la minaccia asimmetrica più pericolosa, negli scenari di guerra ma anche in ambito civile.

D. Quali segnali da Bruxelles, dove avete aperto anche un ufficio proprio per monitorare i programmi europei?

R. Dall'Europa vedo ancora segnali deboli, ma con un trend in crescita, soprattutto se guardiamo alla geopolitica più generale dove assistiamo a un progressivo minor impegno degli Usa nell'ambito della Nato. Se guardiamo ai primi passi della nuova Commissione il cambio è tangibile. Se ragioniamo di investimenti in ricerca e sviluppo dedicati alla Difesa, le iniziative che l'Ue sta implementando per costruire una comune Europa della Difesa sono notevoli. In alcune di queste Elettronica Group si è cimentata, con successo. Sono tre i progetti selezionati dall'Ue nell'ambito dell' European Defence Industrial Development Program in cui l'azienda partecipa. Il vero traino sono i grandi programmi della Difesa europea, volano di crescita nei mercati extra Ue. Il futuro del settore passa attraverso le grandi collaborazioni industriali generate da tali programmi. Nessuno può farli da solo. Per noi, a presidio di una nicchia di grande valore tecnologico e realizzativo, sono un' opportunità per proiettarsi in un nuovo ciclo di sviluppo, in chiave europea e con la necessaria tempestività.

red

 

(END) Dow Jones Newswires

July 06, 2020 03:29 ET (07:29 GMT)

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